“Mio caro popolo! Se nel vostro sangue esiste un segno dell’onore e orgolio, non fermate il combattimento per l’indipendenza del Karabakh! Altrimenti, con le vostre mani Garadagly diventerà una caverna dei rapinatori.”
Il 5 gennaio 1992, guardando il riferimento delle persone con spirito combattivo del villaggio Garadagly del distretto di Khojavend per l'ultima volta al popolo dell’Azerbaigian, si possono vedere le difficoltà che avevano.
Garadagly è uno dei più antichi villaggi del Nagorno Karabakh. La guerra del Nagorno Karabakh è iniziata per vane rivendicazioni territoriali dell'Armenia e nei primi giorni della guerra, Garadagly rimasto al centro delle vicende , anche se era circondato da tutti i lati con insediamenti armeni nel corso di quattro anni ha combattuto da solo e riesistito risolutamente contro il nemico.
Garadagly situato sull’autostrada che collegava le città di Khankendi (Stepanakert) e Khojavend (Martuni), e si circondava da 14 villaggi armeni, era un grande villaggio di 800 abitazioni. Durante l'autorità sovietica vicino al villaggio, la popolazione dei villaggi azerbaigiani Khanliq, Bahramli, è stata costretta a lasciare le loro case e le loro terre si sono date ai villaggi armeni. I primi giorni di occupazione a Garadagly che strategicamente era molto importante non si è fatto nessun aiuto. Gli abitanti del villagio creando un gruppo di volontari per difendere la patria dai nemici hanno cominciato a proteggere Garadagly.
Va notato che la lotta degli abitanti di Garadagly contro gli armeni è iniziata il 12 febbraio 1988, dopo la riunione a Khojavend. Durante la riunione i discorsi si sono tenuti solo nella lingua armena, è stato vietato di parlare in azero, dopo la riunione gli armeni hanno cominciato a suonare affermazioni ingiuriose contro gli azeri, e fare slogan contro lo stato dell’Azerbaigian. Tutti questi fatti, ovviamente hanno provocato le proteste degli intellettuali di Garadagly, così si è dato inizio a prendere alcune misure contro provocazioni armene.
È stato fondato un gruppo di auto-difesa locale il cui capo è stato eletto Adalet Mammedov,tenente originariamente di Garadagly, che serviva come ufficiale nell'esercito russo. Nel corso dell’occupazione Garadagly veniva protetto da 125 persone. Solo 14 di loro erano combattenti dell’Esercito Nazionale proveniente da Agdam, 70 erano combattenti del gruppo di auto-difesa locale. Inoltre, gli uomini che avevano più di 60 anni, erano in 17 persone, 13 ragazzini in età scolare erano pronti a combattere con un'arma nelle mani. 11 donne volontariamente che avevano più di 50 anni sono rimaste nel villaggio per aiutare i mariti, figli e fratelli. Le eroe come Zivar, Sitara, Tavar, Garakmaz, Mina, Minara, Seadat, Mirvari, Minaya, Guler, e Heqiqet, a partire dal mese di dicembre, hanno aiutato 125 persone.
Il comandante dell'esercito7, generale Reutun secondo l’ordine da Mosca e firmata dal generale A.N.Kovalyov, "Ak 201,4", si sono assegnati a 16 armeni diverse marche di (prevalentemente MI-24p) elicotteri militari e le armi , così stavano preparando un piano di attacco sul villaggio . Il 19 Novembre 1991 dopo l’invasione del villaggio Khojavend da parte armena, Garadaghli è stato completamente bloccato. Ora la communicazione con il villaggio era possibile solo in elicottero. L’invasione del villaggio Garadagly assumeva gran valore per gli armeni, perchè era l'ostacolo più grande per favorire l'espansione delle attività delle forze armate armene, e, soprattutto, e che Garadagly aveva guadagnato abbastanza esperienza militare sulla scia delle guerre.
Garadaghly per la sua importanza strategica, essendo situato sulla strada principale che collegava la città di Stepanakert e Askeran era simile alla città di Khojaly. Alla fine di dicembre del 1991, dopo il ritiro delle truppe sovietiche dalla guerra del Karabakh, sicuramente la conquista di uno di questi due punti avrebbe dimostrato l’esito della guerra futura. Gli armeni, che capivano molto bene che a tutti i costi, volevano prendere questi punti e che erano inclusi nei loro piani di base. Tuttavia, i residenti di Garadagly hanno dimostrato il sacrificio per allontanare tutti gli attacchi e hanno combattuto fino all’ultimo proiettile contro nemici.
Garadagly è stato occupato dalle forze armate armene con la partecipazione del personale militare della truppa 366 che aveva dato le sue munizioni e attrezzature techniche militari per l'uso alle forze militari separatiste nel Nagorno-Karabakh, il gruppo terrorista guidato dal terrorista Monte Melkonian, il gruppo guidato da Manvel Yegizaryan "Arabo" e il gruppo diretto da Aram Toqromyan "Aramo". Un sacco di gente è diventato vittima delle atrocità armene. È stato effettuato un genocidio mai visto contro i residenti del villaggio. Il 11-16 gennaio 1992 Khojavend (Martuni) è subito un attacco estremamente ben organizzato, veloce e inaspettato. Lo confermano tutti gli armeni, sopratutto il capo del personale delle forze armate armene Saro Yeremyan.
23 residenti sono stati sparati dal boia armeno in un luogo del villaggio Garadagly chiamato il giardino Beylik, la maggior parte dei feriti si è gettata nei silo trench viva e è venuta coperta con la terra. Alcuni degli ostaggi nei villaggi armeni situati sull’autostrada di Garadaghly-Khankendi sono stati fucilati davanti agli occhi di tutti, due persone presso la fontana Zeki, altre due persone sono state uccise nel villaggio di Jamiyyet.
8 abitanti in ostaggio si sono assassinati brutalmente dagli armeni con sofferenze e torture. Quattro persone sono state uccise in tempi diversi. Il destino di 5 persone è rimasto sconosciuto. A Khankendi e Askeran 15 persone quando sono venute rilasciati dal ostaggio sono morti a causa delle torture gravi e sofferenze commesse da parte armena.
Secondo il rapporto, nello stesso periodo, c’erano piu di 200 persone nel villaggio Garadagly. A partire dal 17 gennaio, il 21, 25, 27, e 28 del mese di gennaio un sacco di persone, bambini, donne e anziani sono stati in grado di lasciare il villaggio con elicotteri civili, il 4 e il 8 febbraio in elicotteri militari.
Garadagli ha perso un totale di 117 suoi figli , decine di persone si sono presi in ostaggio. I morti venivano riempiti nei pozzi, quelli vivi venivano torturati crudelmente. Anche se la maggior parte degli ostaggi è stata liberata, il destino di molti è rimasto ancora sconosciuto. 10 donne, 8 bambini si sono uccisi. Nel villaggio da ogni 2 famiglie sono state uccise 4 persone, 42 famiglie hanno perso il loro capo e circa 146 bambini sono rimasti senza genitori.
A seguito dell'occupazione del villaggio di 200 case, 1 centro culturale, una scuola media, un ospedale e altri edifici sono stati distrutti. Circa 800 abitanti sono stati sfollati.
Con l’articolo 103 e altri articoli del codice penale della Repubblica dell’Azerbaigian che si trattano della condanna sul Genocidio si è dato inizio a svolgere indagine su 296 persone accusate per le tragedie Garadagly, Khojaly, Meshely, Baganis-Ayrim, il terrorismo, le torture contro le persone prese in ostaggio, altri crimini commessi.
Durante l'indagine di procedimento penale di n.80377 più di 600 sospetti che avevano torturato crudelmente e trattato male le persone prese in ostaggio, avevano realizzato genocidi a Kojaly, Mesceli, Garadagly e nei altri territori e che avevano partecipato allo sfollamento della popolazione azera dalle proprie terre, sono stati identificati.
Per determinare l'identità delle persone che avevano commesso crimini orribili, si continua a inviare richieste al Ministero della Sicurezza Nazionale, il Ministero degli Affari interni e altre agenzie governative relative. M. Poladov nota che, in un prossimo futuro si pianifica di rivolgersi al tribunale per prendere decisione sul coinvolgimento delle persone di nazionalità armena nel processo giudiziario per i genocidi Garadagly e Khojaly e per la tortura che avevano commesso .
Attualmente a Khojavend c’è un posto chiamato "Nargiztapa" . Questa zona è sotto il controllo dell’Azerbaigian . Lì è stato costruito un monumento dedicato alla memoria dei martiri di Khojavend e a due chilometri dal confine con l'Armenia, si sventola la bandiera nazionale azerbaigiana.
Zaur Aliyev,
Membro dell’ANSA
Capo del Centro Ricerche scientifiche Diaspora e Lobby
Dottore in filosofia politica
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